lunedì 24 ottobre 2011

SIAMO MORTI E NON CE NE SIAMO NEANCHE ACCORTI

Cari lettori, allego un pensiero che mi ha inviato un mio amico! Pensiero che puo essere condiviso o meno ma pur sempre rispettato! Buona Lettura!

Credo sia significativo partire da questa semplice frase per comprendere la grave situazione in cui si trova il nostro Paese: siamo morti e non ce ne siamo neanche accorti. È questo, in breve, quello che penso in questo momento; un momento che dura ormai da qualche anno e che non lascia dentro di me la minima speranza di un futuro migliore. Purtroppo la realtà è dura da affrontare e per venire a capo dei problemi che tanto affliggono il nostro Stato ritengo che sia necessaria una rifondazione o, meglio ancora, una rivoluzione. Di solito quando si cura una persona affetta da una grave malattia si cerca di intervenire estirpando il male che vi è all’origine attraverso un’operazione chirurgica: bene è esattamente quello che ogni onesto cittadino deve preparsi a compiere per sanare il male radicale presente in Italia. Purtroppo il Bel Paese è diventato a mio modo di vedere il paese dei balocchi, quello in cui si bada a fottere il prossimo per avere un vantaggio personale, quello della supremazia del potere politico, economico e mediatico, quello delle bustarelle. Siamo diventati insomma la patria della corruzione e dell’immoralità. Al centro di questo grande progetto di distruzione dell’identità nazionale vi è il suo esponente e sostenitore principale: Silvio Berlusconi. Questa persona è stata in grado di governare in Italia per quasi vent’anni mirando esclusivamente ai propri interessi a scapito di tutta la popolazione italiana. Si è circondato di bracci destri, mafiosi e leccaculi di ogni genere; e questo è l’aspetto più triste: siamo un gregge di pecore dietro a un solo uomo capace di renderci ridicoli agli occhi del mondo; ma questo in fin dei conti ci va bene. Chi se ne frega se la nostra situazione economica è paragonabile a quella di un paese del terzo Stato; chi se ne frega se chiudono gli stabilimenti Fiat e centinaia di operai non possono più mantenere le loro famiglie; chi se ne frega se il futuro dei giovani è fatto più di interrogativi che di certezze; insomma chi se ne frega di questi problemi se ci sono cose più importanti a cui pensare, ovvero le puttane di Silvio, i processi a cui non si presenta, il trasformismo dei nostri parlamentari, i programmi educativi ed emozionanti di barbara d’urso o il grande fratello! Viviamo insomma in un’enorme contraddizione. Ma il problema più grande è che non si può accusare solo un uomo se il nostro Stato va a rotoli: è la mentalità di tutte le persone ad essere infetta, malata. Andrebbe rifondata l’intera classe dirigente italiana per poi ripartire con idee nuove e di grandi prospettive. La colpa maggiore ritengo che ce l’abbia l’opposizione: se il Pd dev’essere il “partito dei comunisti”che dovrebbe spaccare il culo a Berlusconi allora credo davvero che non ci sia più alcuna speranza per il nostro Paese. Non esiste un’opposizione, non esiste il confronto pacifico e costruttivo, le leggi non sono rispettate da chi governa, i nostri politici assumono dei comportamenti sempre più anticostituzionali, quindi siamo in dittatura! Non posso accettare che alla guida del nostro Paese ci siano dei vecchi che oramai si sfidano l’un l’altro per vedere chi riesce a farsi meglio i cazzi propri! Come dice J Ax in una sua canzone “nel Paese dei furbi, i ribelli sono gli onesti!” Sono stanco di vedere sempre gli stessi infami leccaculo in tv come Vespa, Belpietro, Minzolini, Lupi, Capezzone e tanti altri. Sono stanco di sentire gente che ancora crede nei valori fascisti. Sono stanco di vedere che c’è ancora chi sostiene tutti questi politici corrotti. Sono stanco di questa Italia! Nonostante ciò non bisogna perdersi d’animo e l’unica cosa da fare è scatenare una rivoluzione!

Mauro Guido

mercoledì 19 ottobre 2011

Cronaca di un estintore.

Er Pelliccia,
Così si fa chiamare Fabrizio Filippi, lo studente di 24 anni arrestato lunedi dalla polizia per gli scontri di sabato scorso a Roma. Originario di Bassano Romano (Viterbo), Filippi è finito su tutti i giornali e i siti web per una fotografia che lo ritrae mentre, con il volto coperto e a torso nudo, lancia un estintore in piazza San Giovanni durante la manifestazione di sabato scorso a Roma. Proprio così, un estintore! Non so a voi ma a me fa ricordare un altro brutto momento. “Genova, 20/07/2001”. Perse la vita Carlo Giuliani. Per chi non si ricordasse (anche se è impossibile non ricordare) , Carlo partecipò alla violenta manifestazione anti-g8 a Genova. Fu raggiunto da un proiettile sparato da un carabiniere mentre cercava di lanciare un estintore verso una camionetta dei carabinieri. Successivamente la stessa camionetta, nel tentativo di sfuggire velocemente dai manifestanti inizia una manovra passando sul corpo del ragazzo ben due volte. Carlo spirò quel pomeriggio in Piazza Alimonda rinominata da molti Piazza Carlo Giuliani. Carlo vive nei ricordi di tutti coloro che erano lì, di tutti coloro che guardando quel ragazzo steso a terra circondato dal suo sangue hanno pensato: “Ma perchè?”. Proprio così, ma perchè? Purtroppo nessuno lo saprà mai e purtroppo nessuno potrà riportarlo tra di noi. Sappiamo bene che le forze dell'ordine sono inclini alla violenza (gratuità o no) ma davanti ad un fatto del genere io non mi fermo nemmeno a pensare e a riflettere su quei caschi blu. Ho fatto molte ricerche su di loro e sono rimasto scandalizzato di alcuni fatti che non andrò a citare. Il sistema porta a questo. Il sistema vuole e deve portarci a questo! Sabato scorso la manifestazione degli indignati è andata a finire in un degenero megagalattico. E come ogni manifestazione di questo genere si è cercato di arrivare al MORTO. Per fortuna di alcuni e SFORTUNA di altri non è accaduto. Molti si chiederanno perchè SFORTUNA. Chiedetelo a Cossiga! Ops! E' morto! Riferisco le sue parole: “Maroni dovrebbe fare quello che feci io quando ero ministro dell’Interno. In primo luogo lasciare perdere gli studenti dei licei, perche’ pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito… ; Lasciar fare gli universitari. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle universita’, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le citta . ; Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovra’ sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. ; Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pieta’ e mandarli tutti in ospedale . ; Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in liberta’, ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. ; Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine si. “ QUESTO E' IL SISTEMA! Ora spero solo che la grande manifestazione in Val Susa del 23 ottobre non porti quel tanto desiderato morto! Anche se le probabilità che ciò accada sono moltissime e io ne sono sempre più sicuro. Sono sempre più sicuro che tutto ciò non serve a niente! Tutte queste manifestazioni organizzate in questo modo non servono a niente! Mettere a fuoco le auto, distruggere negozi e mettere a ferro e fuoco le città non serve a niente! Serve solo a chi stà sopra di noi ad avere il consenso popolare per attuare una grande manovra di violenza. Bisogna utilizzare il cervello non le mani! E' proprio il cervello l'arma in più. E' proprio questo che ci differenzia dal sistema! Noi possiamo usare il cervello e agire con esso, loro possono solo usare manganelli, lacrimogeni e pistole! Il cervello non lo tengono e se lo tengono è in modalità STANDBY!

Grazie di cuore!

Salve a tutti,
Sono ben 203 giorni che non pubblico qualcosa sulla buona novella! Per curiosità oggi mi sono collegato per vedere le statistiche del blog e con grande stupore ho notato che nonostante per ben sei mesi non abbia pubblicato niente le visite nn si sono bloccate! Parliamo di una media di 600 visite al mese! Grazie di cuore! Non mi aspettavo di collegarmi al blog e trovare 6013 visite totali in quasi un anno! Questo dato mi da la voglia di continuare a scrivere tutto ciò che di attuale colpisce la nostra esistenza! Sto lavorando ad un nuovo articolo e spero di riuscire a pubblicarlo per questa sera! Scappo a lezione! Grazie ancora! A presto!

mercoledì 30 marzo 2011

Se ti tagliassero a pezzetti..

"Se ti tagliassero a pezzetti appartiene a quell'album che Faber incise nel 1981 per risarcire il padre dal pagamento del riscatto del rapimento dell'ottobre-dicembre '79. Un album che è rimasto senza un titolo preciso, ma con un laconico Fabrizio De André scritto nel retro di copertina. E’ una canzone che parla di libertà e nostalgia, speranza e disillusione, amore e perdita, sogno e realtà, anarchia e costrizione. Si narra la storia di una donna, potrebbe essere una donna reale, oppure un amico, un ideale, un luogo, qualsiasi cosa che intriso di semplicità, immediatezza e spensieratezza venga perso o mai raggiunto.Fabrizio assume toni quasi spensierati nel momento della perdita vera e propria, che poi diventano malinconici nel momento di quell’ incontro alla stazione avvenuto si suppone anni dopo quell’addio, dove quell’ ideale è ormai costretto e bloccato dalla convenzione, dalla normalità borghese, dalla legge del “sottostare al proprio superiore” e quella ragazza ormai donna costretta in un “tailleur di grigio fumo”, cammina fianco a fianco al suo assassino, il tempo o la realtà trionfante sul sogno. Ma la conclusione non è negativa come chiunque potrebbe aspettarsi, signora libertà, signorina anarchia può essere sconfitta, cambiata, fatta a pezzetti, ma il sogno, qualsiasi sogno per quanto possa essere bistrattato e ucciso sarà sempre ricomposto con più vigore e forza di prima, grazie a quelle poche forze positive che Faber notava attorno a sé, la natura e le sue componenti."